Quando percorriamo il corridoio dei surgelati alla ricerca di pesce per la nostra famiglia, spesso ci lasciamo guidare da confezioni colorate che promettono bontà e salute. Ma cosa si nasconde davvero dietro quelle platesse perfettamente panate che finiscono nel carrello? La realtà può essere più complessa di quanto suggeriscano le immagini promozionali.
Il marketing emozionale che conquista i genitori
Le strategie pubblicitarie dedicate ai prodotti ittici surgelati fanno largo uso di confezioni che raffigurano bambini sorridenti, mari cristallini e slogan collegati a benefit nutrizionali come la presenza di omega-3 e proteine di alto valore biologico. La comunicazione enfatizza in modo particolare i benefici nutrizionali, con richiami agli omega-3, alle proteine e alla praticità per genitori sempre di corsa.
Molti di questi messaggi riflettono però una versione semplificata della realtà . I claim nutrizionali sono spesso basati su valori riferiti al pesce fresco, senza considerarne le modifiche dovute ai processi di lavorazione e surgelazione. Il contenuto di alcuni nutrienti, inclusi gli acidi grassi polinsaturi come gli omega-3, può variare in modo rilevante a seconda della specie, del metodo di produzione, dell’alimentazione e delle condizioni di allevamento.
La verità sulla platessa che compriamo
La platessa che troviamo nei reparti surgelati proviene, per la quasi totalità , dalla pesca industriale e solo in misura marginale da acquacoltura. La specie tipicamente venduta come “platessa” (Pleuronectes platessa) è in grandissima parte di origine selvaggia, soprattutto dai mari del Nord Europa. Questa è una buona notizia per chi teme l’allevamento intensivo, ma attenzione: per molte altre specie piatte come il Pangasius e il persico, l’acquacoltura intensiva rappresenta invece la maggior parte dell’offerta.
Le condizioni degli allevamenti ittici intensivi
Negli allevamenti ittici intensivi, che riguardano specie come salmone, tilapia e pangasio, vengono utilizzati metodi di produzione che sollevano diverse questioni. I mangimi formulati industrialmente, a base di farine di pesce e oli vegetali, alterano il profilo lipidico delle carni. Le densità di popolazione elevate aumentano il rischio di epidemie e stress per i pesci, mentre l’utilizzo controllato di antibiotici e altri farmaci veterinari risulta più frequente, soprattutto nei paesi dove la regolamentazione è più debole.
Gli impatti ambientali documentati includono l’arricchimento organico dei fondali e la contaminazione delle acque circostanti. Per la vera platessa europea, queste criticità d’allevamento trovano parziale applicazione. L’uso di antibiotici è regolamentato e il rischio di residui in Europa è basso grazie ai rigorosi controlli sanitari effettuati nell’UE.
I claim nutrizionali sotto la lente d’ingrandimento
Le etichette vantano contenuti elevati di omega-3 e proteine, ma raramente specificano che questi valori possono variare considerevolmente. Gli studi scientifici dimostrano che il profilo nutrizionale dei pesci d’allevamento dipende strettamente dalla composizione dei mangimi: il pesce allevato tende a contenere meno omega-3 (EPA e DHA) e più grassi saturi rispetto al pesce selvatico, se l’alimentazione non è a base prevalente di farine ittiche.

Le differenze nutrizionali reali
Un aspetto importante è il rapporto omega-3/omega-6: nei pesci allevati con mangimi ricchi di olio vegetale, questo rapporto si riduce, a differenza del pesce selvatico che mantiene elevate quantità di omega-3. Questa rappresenta una differenza nutrizionale documentata che può influire sui benefici per la salute.
In merito alla presenza di residui farmacologici, le principali agenzie europee riportano che nei prodotti controllati legalmente nell’UE i residui sono generalmente al di sotto dei limiti di sicurezza e non pongono rischi per la salute pubblica secondo le evidenze disponibili. In alcuni contesti extraeuropei però i controlli possono essere meno efficaci.
Come decifrare le etichette dei prodotti ittici
Saper leggere con attenzione le etichette risulta fondamentale per compiere scelte consapevoli. Le principali informazioni obbligatorie da verificare includono la zona FAO di cattura o paese di allevamento, il metodo di produzione con diciture come “pescato in mare” o “allevato”, la lista ingredienti completa inclusi eventuali additivi o conservanti, e la tabella nutrizionale con i valori riferiti a 100g di prodotto.
Il termine “platessa” in Italia si riferisce quasi esclusivamente al pescato, un dettaglio importante da tenere presente durante l’acquisto. Questa distinzione aiuta i consumatori a orientarsi meglio nella scelta, sapendo che difficilmente troveranno platessa da allevamento nei nostri supermercati.
Alternative consapevoli per le famiglie
Non si tratta di demonizzare i prodotti surgelati, ma di adottare un approccio critico e informato alle scelte alimentari. Esistono produttori, soprattutto nel settore del salmone e della trota, che adottano pratiche di allevamento sostenibili e trasparenti, certificate da marchi come ASC (Aquaculture Stewardship Council) e MSC (Marine Stewardship Council), riconosciuti a livello internazionale per i loro standard ambientali ed etici.
Strategie pratiche per un acquisto responsabile
Diversificare le fonti di acquisto rappresenta una strategia efficace. Le pescherie di fiducia, i mercati locali e i piccoli produttori spesso garantiscono maggiore trasparenza sulla provenienza e sui metodi di cattura o allevamento del pesce. La relazione diretta con il venditore permette di ottenere informazioni più dettagliate sulla filiera produttiva.
Quando optate per i surgelati, privilegiate prodotti con certificazioni di sostenibilità riconosciute. Un prezzo molto basso può indicare l’uso di materie prime di scarsa qualità o pratiche di pesca meno sostenibili, e dovrebbe indurre a verificare meglio la provenienza del prodotto.
La salute dei nostri figli merita scelte consapevoli e informate. Verificare le etichette, confrontare i prodotti e selezionare con criterio rappresenta la migliore tutela per ogni genitore responsabile, anche quando si tratta di scegliere una semplice platessa surgelata per la cena di famiglia. La consapevolezza alimentare inizia proprio da questi piccoli gesti quotidiani che fanno la differenza nel lungo periodo.
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